Nobile senese ghibellino, bandito dalla città ritornata guelfa, riuscì ad impadronirsi del castello pontificio di Radicofani, punto strategico sulla via per Roma, facendone la propria signoria.
Si vendicò del giudice Benincasa da Laterina, che gli aveva condannato a morte il fratello, tagliandogli la testa all'interno del tribunale di Roma e portandola con sè. Mise in atto continue scorrerie contro tutti coloro che passavano per Radicofani, derubandoli dei loro averi e poi invitandoli a banchetti da lui offerti.
Ha goduto di buona stampa fra poeti e scrittori, Dante e Boccaccio compresi, che ne hanno accreditato l'immagine, non si sa quanto veritiera, di un brigante cortese e liberale.